venerdì 18 febbraio 2011

SPAGHETTI ALLA PUTTANESCA

Giovedì scorso le alunne di Básico 2 (Bárbara, Cristina, Esther, Eva, Gemma, Inma, Rosa e Sheila) hanno preparato una ricetta tipica della cucina napoletana e romana: spaghetti alla puttanesca. E come antipasto: insalata caprese.




ORIGINI DELLA PUTTANESCA

Per quanto riguarda la sua origine etimologica, il termine puttanesca è stato oggetto degli sforzi di immaginazione di molti studiosi, che hanno tentato in ogni modo di trovare la soluzione all’enigma. Alcuni dicono che il nome di questa ricetta derivò, all’inizio del secolo, dal proprietario di una casa di appuntamenti nei Quartieri Spagnoli, che era solito rifocillare i propri ospiti con questo piatto, sfruttandone la rapidità e facilità di preparazione.

Altri fanno riferimento agli indumenti intimi delle ragazze della casa che, per attirare e allettare l’occhio del cliente, indossavano probabilmente biancheria di ogni tipo, di colori vistosi e ricca di promettenti trasparenze. I tanti colori di questo abbigliamento si ritroverebbero nell’omonima salsa: il verde del prezzemolo, il rosso dei pomodori, il viola scuro delle olive, il grigio-verde dei capperi, la tinta granato dei peperoncini.

Altri sostengono che l’origine del nome sia da attribuire alla fantasia di una ragazza di vita Yvette la Francese, che si ispirò alle proprie origini provenzali. Yvette, probabilmente, non era dotata solo di fantasia, ma anche di senso dell’umorismo e di un’ironia alquanto caustica, che forse sfruttò per celebrare, attraverso il nome di questo piatto, la professione più antica del mondo.[...]
Da Napoli a tavola (Naples at table) di Arthur Schwartz, ed. Harper Collins.

Una diversa interpretazione ci viene data da Jeanne Carola Francesconi nella sua La Cucina Napoletana edita da Newton Compton:
[...] Questi maccheroni, sebbene più ricchi dei loro parenti, si chiamavano alla marinara. Ma subito dopo la seconda guerra mondiale, a Ischia, il pittore Eduardo Colucci, non so come né perché, li ribattezzò con il nome con cui oggi è generalmente conosciuto.
Colucci, che viveva per gli amici, d'estate abitava a Punta Mulino - in quel tempo uno degli angoli più pittoreschi di Ischia - in una rustica e minuscola costruzione; camera con cucinino e un terrazzo in mezzo al quale si innalzava un albero di ulivo.
Oltre ai consueti più intimi amici, sfilavano sulla sua terrazza le più svariate personalità italiane e straniere. E lui, dopo aver offerto come aperitivo un fresco e genuino vinello d'Ischia, improvvisava spesso una cenetta a base di questi maccheroni che erano la sua specialità.[...]
(articolo di Angie Cafiero, guida di Supereva Mangiar bene)

ECCO LA RICETTA

Ingredienti:
- Acciughe sotto sale
- Aglio (1-2 spicchi)
- Capperi sotto sale (1 cucchiaio)
- Olio extravergine di oliva
- Olive nere denocciolate (100 gr)
- Spaghetti (400 gr)
- Peperoncino (a piacere)
- Pomodori maturi (500 gr)
- Prezzemolo tritato (2 cucchiai)
- Sale (q.b.)

Preparazione:

Praticate un'incisione a croce sui pomodori ben puliti e scottateli in acqua bollente per un minuto; prelevateli e teneteli da parte.
Tagliate le olive denocciolate a rondelle e il peperoncino fresco, privato dei semi, a pezzettini, dissalate sotto l’acqua corrente le acciughe e i capperi, poi asciugateli bene. Tritate grossolanamente le acciughe e schiacciate l'aglio; uniteli con il peperoncino e rosolate il tutto in una capiente padella antiaderente con l'olio. Spellate i pomodori e privateli dei semi, metteteli a scolare qualche minuto in un colino; tritate grossolanamente anche i capperi e uniteli insieme alle olive nella padella, fate saltare questi ingredienti per qualche minuto, poi aggiungete i pomodori tagliati a dadini e lasciate cuocere per circa 10-15 minuti a fuoco dolce; trascorso il tempo necessario, aggiustate di sale e aggiungete 1 cucchiaio di prezzemolo tritato.
Nel frattempo lessate gli spaghetti in abbondante acqua salata e, quando saranno al dente, scolateli e buttateli nella padella contenente il sugo alla puttanesca; fateli saltare qualche secondo e poi servite immediatamente sui piatti di portata cospargendo con il rimanente prezzemolo tritato.
(Da Giallo zafferano)