venerdì 25 febbraio 2011

SPAGHETTI ALLA CARBONARA

Giovedì gli alunni di Básico 1 (Isabel, Laura Cendal, Leticia, Emma, Álvaro, Mª Eugenia, Laura García, Ana Calcerrada, Susana, Ainhoa, Ana Robles, Laura Balsalobre, Marta Yáñez ed Eva) hanno preparato una ricetta romana: spaghetti alla carbonara e come antipasto: la solita insalata caprese.




ORIGINI DEGLI SPAGHETTI ALLA CARBONARA

Gli spaghetti alla carbonara sono un piatto la cui nascita è relativamente recente, le cui origini tuttavia non sono per nulla certe.
Quattro sono le ipotesi circolanti, visto che nessuna è molto più accreditata delle altre, ognuno si può scegliere quella che preferisce.

La prima fa risalire gli spaghetti alla carbonara ai cosiddetti carbinai, le persone che nei boschi producevano il carbone dalla legna, per combustione lenta. Questa tesi per molti non regge, quel lavoro prevedeva assenza da casa della durata di una stagione e le uova non avrebbero retto per periodi così lunghi senza tecniche di conservazione.

La seconda tesi ipotizza che la carbonara sia stata inventata da un cuoco che faceva parte dei carbonari, il gruppo di rivoluzionari che si batteva contro l'occupazione austriaca del nord Italia, attivo tra la fine del '700 e le guerre d'indipendenza italiane.

Secondo la terza ipotesi, particolarmente suggestiva, la storia di questo piatto risale al 1945 quando i soldati americani entrarono a Roma alla fine della seconda guerra mondiale. Quando questi andavano nelle trattorie romane chiedevano per pranzo uova, pancetta e noodles, i tipici spaghetti cinesi, allora molto più in voga in America di quelli italiani. Gli chef romani dell'epoca soddisfacevano la loro richiesta servendo guanciale, uova al tegame ed un piatto di spaghetti sconditi e di conseguenza insipidi. Per ovviare a tale inconveniente i soldati americani mescolavano il tutto creando, a loro insaputa, l'antenato del celebre piatto.

Un'ultima ipotesi fa risalire il piatto ad origini napoletane, per l'esattezza al duca di Buonvicino Ippolito Cavalcanti, editore nel 1837 de "La cucina teorico pratica". Sembrerebbe che già nelle prime edizioni di questo libro comparisse una ricetta molto simile a quella che oggi conosciamo.

LA RICETTA

Ingredienti per 4 persone:

- 400 g di spaghetti
- 150 g di pancetta affumicata
- 30 g di pecorino romano
- 2 uova intere
- sale e pepe

Preparazione:

Tagliare la pancetta a cubetti e cuocerla a fuoco basso in una casseruola antiaderente di 18-20 cm, finché non è diventata trasparente e non ha rilasciato il suo grasso. Sbattere le uova in una ciotola e mescolarle bene con il pecorino grattugiato e abbondante pepe macinato.
Lessare la pasta in abbondante acqua salata, quindi metterla in una grande ciotola e condirla con il guanciale insieme al suo grasso, quindi aggiungere le uova e mescolare rapidamente finché la pasta non è condita uniformemente. Servire subito.

Negli spaghetti alla carbonara l'uovo non deve cuocersi ma solo rapprendere leggermente, quindi non dovrebbe mai superare i 70 gradi, per non raggiungere la temperatura di coagulazione del tuorlo. Fondamentale quindi aggiungerlo dopo aver spento la fiamma e condito gli spaghetti con il sugo, mescolare velocemente e servire immediatamente per evitare che la pasta non diventi troppo fredda.

La quantità di uova consigliata va da uno a testa a uno ogni due persone, molti consigliano di utilizzare solo il tuorlo, altri di rimuovere solo la metà degli albumi, altri ancora di tenere solo un quarto degli albumi. A nostro parere, gli albumi sono necessari per conferire al sugo una maggiore cremosità, dunque pensiamo che per 4 persone si possano utilizzare indifferentemente 2 uova oppure 2 uova e 2 tuorli.

Il formaggio d'elezione è il pecorino romano, ma la ricetta riesce bene anche con del buon parmigiano stagionato o con altri pecorini stagionati e piccanti.

giovedì 24 febbraio 2011

OCCHI DA ORIENTALE (Daniele Silvestri)



Occhi da orientale che raccontano emozioni
sguardo limpido di aprile di dolcissime illusioni
tutto scritto su di un viso che non riesce ad imparare
come chiudere fra i denti almeno il suo dolore.

Più di cinquecento notti già mi sono innamorato
di una bocca appena aperta di un respiro senza fiato
se potesse questo buio cancellare l'universo
forse ti potrei guardare e non sentirmi così perso.

Ma tu dormi ancora un po', non svegliarti ancora, no
ho paura di sfiorarti e rovinare tutto
no, tu dormi ancora un po'
ancora non so guardarti anch'io nel modo giusto
nei tuoi occhi disarmanti.

Sono occhi di ambra lucida tra palpebre di viole
sguardo limpido d'aprile come quando esce il sole
ed io sarò la nuvola che ti terrà nascosta
perché gli altri non si accorgano di averti persa.

Ma tu dormi ancora un po', non svegliarti ancora, no
ho paura di sfiorarti e rovinare tutto
no, tu dormi ancora un po'
ancora non so guardarti anch'io nel modo giusto
nei tuoi occhi innocenti, disarmanti, devastanti
quei tuoi occhi che ho davanti
tienili chiusi ancora pochi istanti.

Occhi da orientale che raccontano emozioni
ed io cos'altro posso fare
io posso scrivere canzoni i tuoi occhi...
Se potesse questa musica annullare l'universo
forse ti potrei guardare e non sentirmi perso
nei tuoi occhi... disperso... nei tuoi occhi...

http://www.queen.it/silvestri/

venerdì 18 febbraio 2011

SPAGHETTI ALLA PUTTANESCA

Giovedì scorso le alunne di Básico 2 (Bárbara, Cristina, Esther, Eva, Gemma, Inma, Rosa e Sheila) hanno preparato una ricetta tipica della cucina napoletana e romana: spaghetti alla puttanesca. E come antipasto: insalata caprese.




ORIGINI DELLA PUTTANESCA

Per quanto riguarda la sua origine etimologica, il termine puttanesca è stato oggetto degli sforzi di immaginazione di molti studiosi, che hanno tentato in ogni modo di trovare la soluzione all’enigma. Alcuni dicono che il nome di questa ricetta derivò, all’inizio del secolo, dal proprietario di una casa di appuntamenti nei Quartieri Spagnoli, che era solito rifocillare i propri ospiti con questo piatto, sfruttandone la rapidità e facilità di preparazione.

Altri fanno riferimento agli indumenti intimi delle ragazze della casa che, per attirare e allettare l’occhio del cliente, indossavano probabilmente biancheria di ogni tipo, di colori vistosi e ricca di promettenti trasparenze. I tanti colori di questo abbigliamento si ritroverebbero nell’omonima salsa: il verde del prezzemolo, il rosso dei pomodori, il viola scuro delle olive, il grigio-verde dei capperi, la tinta granato dei peperoncini.

Altri sostengono che l’origine del nome sia da attribuire alla fantasia di una ragazza di vita Yvette la Francese, che si ispirò alle proprie origini provenzali. Yvette, probabilmente, non era dotata solo di fantasia, ma anche di senso dell’umorismo e di un’ironia alquanto caustica, che forse sfruttò per celebrare, attraverso il nome di questo piatto, la professione più antica del mondo.[...]
Da Napoli a tavola (Naples at table) di Arthur Schwartz, ed. Harper Collins.

Una diversa interpretazione ci viene data da Jeanne Carola Francesconi nella sua La Cucina Napoletana edita da Newton Compton:
[...] Questi maccheroni, sebbene più ricchi dei loro parenti, si chiamavano alla marinara. Ma subito dopo la seconda guerra mondiale, a Ischia, il pittore Eduardo Colucci, non so come né perché, li ribattezzò con il nome con cui oggi è generalmente conosciuto.
Colucci, che viveva per gli amici, d'estate abitava a Punta Mulino - in quel tempo uno degli angoli più pittoreschi di Ischia - in una rustica e minuscola costruzione; camera con cucinino e un terrazzo in mezzo al quale si innalzava un albero di ulivo.
Oltre ai consueti più intimi amici, sfilavano sulla sua terrazza le più svariate personalità italiane e straniere. E lui, dopo aver offerto come aperitivo un fresco e genuino vinello d'Ischia, improvvisava spesso una cenetta a base di questi maccheroni che erano la sua specialità.[...]
(articolo di Angie Cafiero, guida di Supereva Mangiar bene)

ECCO LA RICETTA

Ingredienti:
- Acciughe sotto sale
- Aglio (1-2 spicchi)
- Capperi sotto sale (1 cucchiaio)
- Olio extravergine di oliva
- Olive nere denocciolate (100 gr)
- Spaghetti (400 gr)
- Peperoncino (a piacere)
- Pomodori maturi (500 gr)
- Prezzemolo tritato (2 cucchiai)
- Sale (q.b.)

Preparazione:

Praticate un'incisione a croce sui pomodori ben puliti e scottateli in acqua bollente per un minuto; prelevateli e teneteli da parte.
Tagliate le olive denocciolate a rondelle e il peperoncino fresco, privato dei semi, a pezzettini, dissalate sotto l’acqua corrente le acciughe e i capperi, poi asciugateli bene. Tritate grossolanamente le acciughe e schiacciate l'aglio; uniteli con il peperoncino e rosolate il tutto in una capiente padella antiaderente con l'olio. Spellate i pomodori e privateli dei semi, metteteli a scolare qualche minuto in un colino; tritate grossolanamente anche i capperi e uniteli insieme alle olive nella padella, fate saltare questi ingredienti per qualche minuto, poi aggiungete i pomodori tagliati a dadini e lasciate cuocere per circa 10-15 minuti a fuoco dolce; trascorso il tempo necessario, aggiustate di sale e aggiungete 1 cucchiaio di prezzemolo tritato.
Nel frattempo lessate gli spaghetti in abbondante acqua salata e, quando saranno al dente, scolateli e buttateli nella padella contenente il sugo alla puttanesca; fateli saltare qualche secondo e poi servite immediatamente sui piatti di portata cospargendo con il rimanente prezzemolo tritato.
(Da Giallo zafferano)

martedì 15 febbraio 2011

TI DO DI ME (Marco Conidi)



Steso sotto un cielo azzurro, parlo di te
con un temporale dentro che so cos’è
non mi solleva non mi consola.
Consumiamo questo addio davanti a un caffè
il sorriso è quello mio, tu sai com’è
non mi solleva, non mi consola.
Ci sono cose che toccano il cuore e che non vanno via.

Ti do di me la gioia che non muore
ti do di me le mie parole nuove
ti do di me valigie e una vacanza
ti do di me l’estate in una stanza
ti do di me.
Ti do di me un vecchio carnevale
ti do di me lo sguardo mio animale
ti do di me le storie che sapevo
ti do di me i giorni in cui credevo
ti do di me di me di me tutta la mia passione.

C’è chi ha scritto che un sorriso, può andare via
se lo fissi in una foto o in una poesia
non mi solleva non mi consola.
Ci sono cose che toccano il cuore e che non vanno via.

Ti do di me la chiave in un portone
ti do di me un fiore ed un guantone
ti do di me il sole che va via
ti do di me Natale in casa mia
ti do di me di me di me di me.
Ti do di me un uomo con l’ombrello
ti do di me la foto col cappello
ti do di me i piedi dentro il mare
ti do di me il nome sull’altare
ti do di me di me di me di me di me la mia malinconia.
Ti do di me le cose che non vedi
ti do di me i sogni che non chiedi
ti do di me l’odore della pelle
ti do di me un giro fra le stelle
ti do di me di me di me di me questa assurda leggera follia.
Ti do di me il buio delle chiese
ti do di me la cena giapponese
ti do di me la spesa in un mercato
ti do di me la bici in mezzo al prato
ti do di me di me di me.
Ma non lo vedi i sogni son veri non puoi consumarli
se provi ad usarli ma se non li usi sfioriscon per te
ti do di me

http://www.marcoconidi.com/

UNA GIORNATA PARTICOLARE


La vicenda riassume la vita di due persone segregate in casa dal fascismo: Antonietta, madre di sei figli, sposata con un impiegato statale fascista, e Gabriele, un radiocronista omosessuale epurato per il suo orientamento sessuale.
I due si conoscono in una "giornata particolare", quella dell'arrivo di Hitler a Roma prima della seconda guerra mondiale, nella quale tutti gli abitanti del palazzo dei due protagonisti sono andati alla grande manifestazione fascista.
Si incontrano, si conoscono, uniti solo dalla solitudine delle loro anime.
Luogo: Istituto Italiano di Cultura
C/ Mayor, 86 (Madrid)
Data: 15 e 17 febbraio 2011
Orari: alle 17.00

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Non si permetterà l’ingresso in sala una volta iniziata la proiezione.

lunedì 14 febbraio 2011

TAVOLA ROTONDA “IL COLLEZIONISMO PRIVATO IN ITALIA”


Un’analisi della situazione del collezionismo in Italia e in Spagna, in occasione del trentesimo anniversario di ARCOmadrid, la più importante fiera d’arte della capitale spagnola.
Parteciperanno:
Angelo Crespi, Presidente del MAGA
Cristiana Perrella, Critico d’arte
Maurizio Morra Greco, Presidente della Fondazione Morra Greco
Nimfa Bisbe, Direttrice della collezione di arte contemporanea della Fondazione La Caixa
Paolo Gori della Collezione Gori

Data: martedì 15 febbraio 2011
Orari:
alle ore 20.00
Luogo:
Istituto Italiano di Cultura di Madrid
C/ Mayor, 86 (Madrid)

martedì 8 febbraio 2011

LO STRANIERO


Un film di Luchino Visconti (1967) tratto dal romanzo di Albert Camus con Marcello Mastroianni, Anna Karina e Bernard Blier.

Mersault, modesto impiegato che vive e lavora ad Algeri, riceve la notizia della morte della madre. Senza essere particolarmente addolorato si reca a vegliare la salma e ad accompagnarla al cimitero. Al ritorno, dopo i funerali, incontra Marie, una dattilografa sua amica, e inizia una relazione con lei. Un suo vicino di stanza, Raymond, che si fa mantenere dalle donne, gli offre la sua amicizia e gli chiede aiuto per vendicarsi di una ragazza araba. Meursault, indifferente e disponibile a tutto, acconsente e uccide un arabo accanendosi a revolverate sul cadavere.

Luogo: Filmoteca Española-Cine Doré (Sala 1)
C/ Santa Isabel, 3 (Madrid)
Data:
domenica 13 febbraio 2011
Orari:
alle 21.45
Durata:
104'
Versione originale con sottotitoli in spagnolo

GABRIELE AMADORI "CHAMBER. PAINTING. MUSIC 1975-2010"


Nell’ambito della prossima edizione di ARCOMadrid, Fiera Internazionale di Arte Contemporanea, l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid presenta, per la prima volta in Spagna, una mostra antologica sull’action painting di Gabriele Amadori, frutto della sua trentennale ricerca intorno al rapporto tra suono, gesto e colore.
Nato a Ferrara nel 1945, ma milanese di adozione, Gabriele Amadori da sempre affianca all’attività pittorica quella di scenografo e di esperto light designer, realizzando spettacoli di teatro, opera, danza e importanti allestimenti di mostre.
Artista versatile e vulcanico, pittore autodidatta ha seguito le orme di Emilio Vedova e di Arcangeli, ha partecipato a Biennali di Venezia, Quadriennali di Roma, Documenta di Kassel e presentato numerose mostre personali in Italia e all’estero. Da sempre è impegnato anche nell’attività didattica con i giovani, professore di scenografia e illuminotecnica alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e alla facoltà di architettura del Politecnico milanese.

Data: da venerdì 11 febbraio 2011 a venerdì 4 marzo 2011
Orari:
dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00
Luogo:
Istituto Italiano di Cultura di Madrid
C/ Mayor, 86 (Madrid)

INAUGURAZIONE IL 10 FEBBRAIO ALLE 20.00

TANTO, TANTO, TANTO (Jovanotti)



Che stai facendo? Lavoro.
Che cosa cerchi? L'oro.
Hai uno scopo? Credo.
Dove ti trovi? In Italia.
E come vivi? Suono.
Di dove sei? Toscano.
Qual è il tuo aspetto? Meno sereno di un tempo, ma non per questo stanco.
A cosa pensi? Al deserto.
Qual è il tuo impegno? Immenso.
Ed il tuo tempo? Denso.
Che risultati hai? Alti e bassi.
Che risultati hai? Alti e bassi.
Rido di me, di te, di tutto ciò che di mortale c'è e che mi piace

Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto

Come va il mondo? Male.
Come va il mondo? Bene.
Come va il mondo? Male.
Come va il mondo? Bene.
Rido di me, di te, di tutto ciò che di mortale c'è e che mi piace

Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto

Che cosa fai? Vivo.
Quando sei in forma? Scrivo.
Innamorato? Credo.
E lei ti ama? A suo modo.
Come va il mondo? Male.
Come va il mondo? Bene.
Che dice il cielo? Tuona.
E la chitarra...suona!!!
Sei felice? A volte.
Hai distrazioni? Molte.
E la salute? Buona.
E la chitarra...suona!!!

Cosa ti piace? Viaggiare.
Tra il dire e il fare? Il mare.
Cosa ti piace? Viaggiare.
Tra il dire e il fare? Il mare.
Cosa ti piace? Viaggiare.
Tra il dire e il fare? Il mare.
Cosa ti piace? Viaggiare.
Tra il dire e il fare? Il mare.
Cosa ti piace? Il mare.
Rido di me, di te, di tutto ciò che di mortale c'è e che mi piace

Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto
Tanto tanto tanto tanto tanto

Sei felice? quanto quanto quanto tanto tanto tanto tanto..
Qual è il tuo impegno? quanto quanto quanto tanto tanto tanto tanto..
Innamorato? quanto quanto quanto tanto tanto tanto tanto..
Come va il mondo? quanto quanto quanto tanto tanto tanto tanto..

PAROLE DI BURRO (Carmen Consoli)



Narciso, parole di burro
si sciolgono sotto l'alito della passione.
Narciso, trasparenza e mistero
cospargimi di olio alle mandorle, vanità, modellami.

Raccontami le storie che ami inventare, spaventami
raccontami le nuove esaltanti vittorie
conquistami, inventami, dammi un'altra identità
stordiscimi, disarmami e infine colpisci
abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità.

Narciso, parole di burro
nascondono proverbiale egoismo nelle intenzioni.
Narciso, sublime apparenza
ricoprimi di eleganti premure e sontuosità, ispirami.

Raccontami le storie che ami inventare, spaventami
raccontami le nuove esaltanti vittorie
conquistami, inventami, dammi un'altra identità
stordiscimi, disarmami e infine colpisci
abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità
abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità.

Conquistami.

http://www.carmenconsoli.it/

lunedì 7 febbraio 2011

CELLULOIDE


Regia: Carlo Lizzani
Soggetto: Ugo Pirro, Furio Scarpelli
Cast: Massimo Ghini, Giancarlo Giannini, Lina Sastri
Durata: 114'

Celluloide (1995) si fonda su un paradosso affascinante: può il cinema confrontarsi con i propri miti ricostruendoli con nuove immagini? E nel caso specifico, può un film diventare lo specchio della lavorazione di un altro film che si proponeva invece di essere lo specchio della realtà extra-cinematografica? Può insomma, il cinema sul cinema parlare del neorealismo?
Che nel raccontare la storia eroica della lavorazione di "Roma, Città aperta", gli autori si siano posti seriamente di fronte a questo dilemma, lo dimostra il prologo di "Celluloide": come se volesse esorcizzare le proprie paure, Lizzani ci presenta gli attori al trucco nei loro camerini, mentre lanciano occhiate sfuggenti ed angosciate alle fotografie dei monumenti che sono chiamati ad incarnare. Massino Ghini si confronta con la fotografia di Rossellini, Lina Sastri guarda di sfuggita quella di Anna Magnani e Giancarlo Giannini osserva quella di Sergio Amidei.

Luogo: Filmoteca Española-Cinema Doré (Sala 2)
C/ Santa Isabel, 3 (Madrid)
Data: giovedì 10 febbraio 2011
Orari: alle 20.00
Versione originale con sottotitoli in spagnolo

sabato 5 febbraio 2011

PADRE MADRE (Cesare Cremonini)



Padre, occhi gialli e stanchi,
nelle sopracciglia il suo dolore da raccontarmi.
Madre, gonna lunga ai fianchi,
nelle sue guance gli anni e i pranzi coi parenti.
Non mi senti? O non mi ascolti,
mentre piango ad occhi chiusi sotto al letto.

Padre, e se mi manchi
è perché ho dato più importanza ai miei lamenti.
Madre, perché piangi?
ma non mi hai detto tu che una lacrima è un segreto?
Ed io ci credo,
ma non ti vedo mentre grido e canto le mie prime note!

Ma se una canzone che stia al posto mio non c'è,
eccola qua: è come se foste con me!

Padre, mille anni,
e quante bombe sono esplose nei tuoi ricordi!
Madre, tra i gioielli,
sono ancora il più prezioso tra i diamanti?
Ma non mi ascolti, non mi senti,
mentre parto sulla nave dei potenti!

Ma se una canzone che stia al posto mio non c'è,
eccola qua: è come se foste con me!
Ma se una canzone che stia al posto mio non c'è,
eccola qua: è come se foste con me!

Padre, occhi gialli e stanchi,
cerca ancora coi tuoi proverbi a illuminarmi.
Madre, butta i panni,
e prova ancora se ne hai voglia a coccolarmi,
perché mi manchi,
e se son stato così lontano è stato solo per salvarmi!
Così lontano è stato solo per salvarmi!
Così lontano è stato solo per salvarmi!

Ma se una canzone che stia al posto mio non c'è,
eccola qua: è come se foste con me!
è come se foste con me!!
è come se foste con me!!

mercoledì 2 febbraio 2011

COMIZI D'AMORE



Film documentario diretto nel 1965 da Pier Paolo Pasolini.
Pasolini girò un film-inchiesta sulla sessualità percorrendo tutta la penisola dalle grandi città alle campagne e chiedendo a passanti, contadini, operai, calciatori famosi, studenti, commercianti, a persone comuni appartenenti a diversi ceti sociali, che cosa ne pensassero dell'erotismo e dell'amore.
All'interno del film ci sono anche le opinioni autorevoli di amici di Pasolini come Alberto Moravia, Cesare Musatti, Adele Cambria e Oriana Fallaci. L'impressione che si ricava da questo straordinario film-inchiesta è quella di una grande, diffusa ignoranza anche negli strati di popolazione più acculturata, di una profonda arretratezza e del timore dell'italiano medio di affrontare senza vergogna un confronto legato al tema della sessualità.

Luogo: Filmoteca Española-Cine Doré (Sala 1)
C/ Santa Isabel, 3 (Madrid)
Data e orari: Domenica 6 febbraio 2011 alle 22.00
Martedì 8 febbraio 2011 alle 17.30
Durata: 90'
Versione originale con sottotitoli in spagnolo